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Perché le api 

Il declino degli insetti impollinatori aumenta costantemente in diverse regioni del mondo, in termini di numero di specie ma anche di numero di esemplari per specie. In particolare, la comunità scientifica internazionale è preoccupata per la riduzione già da un decennio, delle popolazioni di api mellifere. Le api stanno subendo una moria senza precedenti, specialmente nelle aree rurali, influendo direttamente sulla produzione del miele, ma anche, per un circolo vizioso, sull’ambiente e sulle produzioni agricole, venendo a mancare uno dei principali vettori dell’impollinazione.

Si tratta di una grave minaccia per la sopravvivenza delle specie vegetali. In Europa, per il ruolo che svolge nell’impollinazione delle colture, l’ape risulta la terza specie per importanza economica tra gli animali domestici, preceduta solo dall’allevamento bovino e suino. Il servizio d’impollinazione di un alveare in un anno vale per la collettività, circa 1.240 Euro, solo per la fecondazione delle colture (Fonte: Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali).
In una giornata favorevole, le api di un alveare possono visitare fino a 225.000 fiori.

Le ragioni sono diverse. Da quelle epidemiologiche che riguardano la salute degli insetti, agli effetti deleteri di pesticidi e diserbanti, al degrado e alla frammentazione degli habitat da esse utilizzati, con la conseguente contrazione dei potenziali siti di nidificazione e delle loro risorse trofiche: nettare e polline. Non ultimo il forte influsso dei cambiamenti climatici e delle monocolture agricole, che impoveriscono l’ambiente e minimizzano la biodiversità.

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